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COME ERAVAMO
Titolo
orig. The
way we were
a
cura di Paola Nucciarelli
Usa
1973
REGIA:
Sydney Pollack
SCENEGGIATURA:
Arthur Laurents
MUSICA:
Marvin Hamlisch
FOTOGRAFIA:
Harry Stradling jr
SCENOGRAFIA:
William Kiernan
MONTAGGIO:
Margareth Booth
INTERPRETI:
Robert Redford (Hubbell);
Barbra
Streisand (Katie);Bradford Dillman;
Lois
Chiles ; Patrick O’Neal ;Viveca Lindfors
Murray
Hamilton ; Herb Hendelman;
PRODUZIONE:
Ray Stark per Columbia/Warner
DURATA:
118’
SOGGETTO
Katie
e Hubbel ex compagni di università convivono nonostante una
sostanziale incompatibilità nell’America di Roosevelt : Lei è
fermamente convinta delle idee comuniste, lui, uomo intelligente e
affascinante, vuole tenersi fuori dalla mischia e lavorare come
sceneggiatore e scrittore a Hollywood.
Ritoccato
nel montaggio dai produttori, il film è una delle migliori prove di
Pollack per la caratterizzazione di due psicologie forti e decise,
per la direzione degli attori molto diversi, ma efficacemente
amalgamati, per la regia sorretta dagli ottimi dialoghi di Laurents
che non cede mai al sentimentalismo nonostante questo sia un film
d’amore. ( Ci pensa la bellissima colonna sonora del film )
L’impianto
del film è quello di una storia sentimentale che accompagna le
vicende collettive di un periodo storico cruciale: il rooseveltismo,
la guerra fredda, i processi ai comunisti, l’attività del comitato
per le attività antiamericane, il reinserimento umano e
professionale dei reduci della seconda guerra mondiale nella società.
Dopo
la seconda guerra mondiale, mentre l’Europa era divisa in due
blocchi contrapposti, negli Stati Uniti il presidente Harry
Truman promulgò la cosiddetta ‘dottrina di Truman’ che
consisteva nell’esplicito impegno degli U.S.A. di aiutare i popoli
liberi nella lotta contro i tentativi di sopraffazione da parte di
minoranze armate o di pressioni esterne e di aiutarli se fossero
stati aggrediti da qualche regime autoritario. Questo andava anche
considerato come un preciso monito all’U.R.R.S: qualunque suo
tentativo di interferire all’interno del blocco occidentale avrebbe
visto scendere in campo gli Stati Uniti d’America.
Tali
decisioni ebbero gravi ripercussioni psicologiche all’interno del
paese. Rendendo esplicito il ‘pericolo rosso’, la politica
di Truman fece degenerare il sentimento anticomunista, già molto
vivo tra gli Americani, in caccia alle streghe. Con questa
espressione si intendono le accuse e l’emarginazione di cui
rimasero vittime coloro che erano sospettati di simpatie per il
pensiero comunista, soprattutto gli intellettuali, gli scrittori, i
registi e gli attori cinematografici e tutti quelli che occupavano
posti di rilievo nell’amministrazione e nella vita pubblica. Si
distinse in questa crociata anticomunista, che fu poi rinnegata
dagli stessi americani, il senatore Joseph Mac Carthy, che diede
origine al fenomeno chiamato maccartismo e che costrinse molti
innocenti e personaggi illustri ad emigrare come Charlie
Chaplin e molti altri.
Quando
si guarda un film, ci sono molte sensazioni che affiorano e ognuno
può leggerci quello che vuole, indipendentemente da ciò che
intendeva significare il regista.
Per
chi scrive, Come eravamo è un film d’amore, è un film
storico, ma è anche un film su una donna che sacrifica l’amore
della sua vita per tenere fede ai propri principi.
Katie
è ebrea (lo è anche la Streisand), è bruttina, povera, ma è
tenace, ama la politica, la libertà di pensiero e rifugge il
perbenismo. E’ una donna piena di certezze che si innamora del
ragazzo più carino del college, Hubbel, che ‘era come la nazione
in cui viveva: aveva tutto troppo facilmente’.
Hubbel
si lascia travolgere dall’uragano Katie, l’ammira per i suoi
interessi, la invidia per le sue certezze, la stima per le sue
capacità, ma si rende conto che non appartengono allo stesso mondo,
in quanto, a suo modo di vedere, Katie prende tutto troppo sul serio,
spinge troppo, non si integra perché lei vuole essere sé stessa a
tutti i costi, anche a rischio di mandare in fumo il loro rapporto.
Questo
è un film degli Anni Settanta, in pieno periodo femminista : la
nostra eroina vive da sola a New York, lavora, è indipendente, ha
rapporti sessuali prima del matrimonio, è una donna emancipata, un
termine che sa di antiquato, di superato, oggi che si parla di
valorizzazione delle differenze.
LA
REGIA
Sidney
Pollack nato
a South Bend, Indiana il I luglio 1935 è regista, produttore e
attore. Poliedrico, geniale, intuitivo il cineasta americano , è un
esponente del cosiddetto New
Hollywood:
un filone artistico che emerge dalle sue regie, caratterizzato da una
visione pessimistica della realtà. Accentuata dalla rievocazione del
passato amara e disincantata, volta a confermare la sconfitta
idealistica dei valori del presente. Per svelare attraverso il film
il disinganno attuale. Emblematiche, in questo senso le pellicole
quali Non
si uccidono
così
anche i cavalli?
del 1970 e il memorabile Come
Eravamo
con uno dei suoi interpreti preferiti : Robert Redford. Anche il suo
modo di raccontare il western è particolare: detesta la violenza e
la morte fine a se stessa e preferisce delineare personaggi eroici e
solitari , ma realistici. Con Joe
Bass L’implacabile
e Corvo
Rosso non avrai il mio scalpo
del 1972 ebbe due successi intensi che fecero epoca.
Geniale
nei thriller sottili e psicologici uscì nel 1974 con Yazuka e
I tre giorni del Condor l’anno successivo. Uscì con
una spietata analisi del giornalismo con Diritto di cronaca
nel 1981 e ebbe un gran successo con Tootsie nel 1982.
Tra
i lavori degli ultimi anni sempre con Redford, La mia Africa
del 1985 dove ottiene uno fra i più grandi successi commerciali
della sua carriera, oltre che vincere 6 Oscar fra cui quello per la
regia e come miglior film.
Nel
1993 dirige Il Socio con Tom Cruise e Gene Hackman e nel 1995
il remake di Sabrina con Harrison Ford e Julia Ormond.
Cineasta
controcorrente, polemico e idealista, resta il sognatore che si
arrende al pragmatismo, a volte necessario. Il personaggio tipo che
porta sullo schermo si muove tra ciò che deve essere in quanto
inserito nella società e ciò che vorrebbe. Diffidente verso le
istituzioni resta liberale. Vedere le sue direzioni è sempre
interessante e l’elenco dei suoi film non si ferma quì.
GLI
ATTORI
Barbra
Streisand
Nata
a New York il 24 aprile 1942 è attrice, produttrice e cantante.
Dotata di una voce straordinaria, sensuale e suadente, fin da giovane
si distingue come attrice istintuale. Nel 1968, per il ruolo di Fanny
Brice nel film Funny Girl conquista un Oscar. Il pubblico la
ama subito. Anche per il suo modo attoriale di muoversi, tra il mito
del brutto anatroccolo, ed una sensibilità fine ed elegante, forte
della tradizione ebraica e dell’impronta metropolitana di Brooklyn.
Nel
tempo la star costruisce un’immagine di donna ironica, divertita,
megalomane e mangia-uomini. Negli anni settanta interpreta diverse
pellicole di medio successo da Hello Dolly! del 1969,
Il gufo e la gattina del 1970.
Nel
1976 decide di comporre la musica di E’ nata una stella,
ottenendo un grande successo commerciale. Nel 1972 arriva anche
quello cinematografico nei panni della casalinga frustrata in Voglio
la libertà, seguito dalla donna eccentrica di Ma che sei
tutta matta? Del 1979.
La
sua consacrazione definitiva, avviene nel 1973: Barbra è Kate,
militante comunista a fianco di Robert redford, in Come eravamo
di Sydney Pollack. Recita il congeniale ruolo di ragazza fragile, ma
tenace.
Tra
le sue caratteristiche, la scelta frequente di patner cinematografici
affascinanti seduttori come Ryan O’Neal, Omar Sharif, Kris
Kristopherson, Nick Nolte.
Nel
1983, la Streisand si cimenta con la regia in Yentl,
storia di un’ebrea polacca, che ai primi del Novecento si
traveste da uomo per poter essere libera di studiare in una scuola
riservata agli uomini (E’ il primo film prodotto, girato e
interpretato da una donna nella storia del cinema). Dopo quattro anni
produce e interpreta Pazza. Nel 1991 è protagonista e regista
di una storia d’amore a fianco di Nick Nolte dal titolo Il
principe delle maree, film con il quale ottiene 7 nomination
all’Oscar.
Tra
i suoi ultimi successi, come interprete e regista, L’amore
ha due facce,
del 1996.
Robert
Redford
Nato
a Santa Monica, California, il 18 agosto 1937, attore, regista e
produttore americano.
Figlio
di un contabile e studente alla University del Colorado, Redford girò
a vent’anni l’Europa per seguire corsi di pittura. In seguito, si
iscrisse quasi contemporaneamente al Brooklyn Pratt Institute e alla
American Academy of Dramatic Arts. Ben presto la passione per la
recitazione prevalse sulle tendenze artistiche e nei primi anni ’60
si fece strada a Broadway, ottenendo un particolare successo con A
piedi nudi nel parco di Neil Simon.
Dopo
sporadiche apparizioni in cinema e tv esordì a pieno titolo sul
grande schermo con Lo strano mondo di Daisy Clover, La
caccia, Questa ragazza è di tutti. Tutti film usciti nel
1966 che favorirono l’immediata popolarità del suo tipo: un nuovo
bello senza ombre, aperto, risoluto, biondo, espressione virile
quanto dolce. Venne catapultato al vertice dello starsystem grazie
all’importante successo di Butch Cassidy con Paul Newman e
altri film.
Redford
segue ancora il glamour mascolino della Hollywood degli anni ’70
con due pellicole del 1973 : Come eravamo, manifesto
romantico della generazione degli anni ruggenti della contestazione e
La Stangata. Il grande Gatsby tratto dal romanzo di F.S.
Fitzgerald è dell’anno successivo.
Ormai
numero uno del boxoffice, Redford insiste sulla sua immagine
democratica, quasi intellettuale, impegnato socialmente negli
atteggiamenti e nelle iniziative anche extraprofessionali vivendo con
la moglie Lola e i quattro figli in un ranch nello Utath e
finanziando un istituto di ricerche etnologiche. La figura di eroe
onesto si precisa ulteriormente con Tutti gli uomini del
Presidente e Brubaker nel 1976.
Come
regista si ricordi Gente Comune del 1980, con il quale
conquista l’Oscar come miglior film, Milagro, 1988, In
mezzo scorre il fiume del 1992. L’uomo che sussurrava ai
cavalli del 1998 è il lavoro più recente con il quale ha
riscosso in America grande successo di critica e di pubblico.
Nel
1981 ha fondato una associazione senza scopo di lucro la ‘Sundace
Film Festival’ al servizio del cinema indipendente statunitense.
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